Basilica di S. Francesco Universalmente celebrata, ricca di incommensurabili tesori d'arte, patria di San Francesco, Assisi costituisce una delle gemme artistiche dell'Umbria e dell'Italia. I secoli non ne hanno alterata la sua tipica fisionomia medioevale, ed oggi ci appare come città dalle precise caratteristiche urbanistiche, arricchita di palazzi e di chiese sulle quali si erge fra tutte la possente mole della Basilica di San Francesco. |
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La Basilica Inferiore
Due anni dopo la morte di San Francesco ebbe inizio la costruzione della Basilica di San Francesco e, più precisamente, di quella che oggi chiamiamo la Basilica Inferiore. La sua forma è in stile romanico lombardo con un'unica navata ed un ampio transetto. Nella Basilica Inferiore sono costudite fin dal 1230 le spoglie mortali San Francesco. Attualmente la salma del Santo è conservata nella piccola cripta posta sotto l'altare centrale della Basilica. Inoltre, ai quattro angoli della cripta, sono stati sistemati i corpi dei Beati Frati Angelo, Leone, Masseo e Rufino.
La Basilica è splendidamente affrescata con opere attribuite a Giotto, Cimabue o loro allievi. Sempre nella Basilica Inferiore è possibile visitare lo splendido locale che ospita le Reliquie di San Francesco, un piccolo ma significativo insieme di oggetti appartenuti al Santo e "Il Museo del Tesoro". Il terremoto del settembre 1997 non ha danneggiato ne la Basilica Inferiore ne tanto meno la cripta contenente la tomba di San Francesco.
La Basilica Superiore
La realizzazione della Basilica Superiore di Assisi è diretta conseguenza dell'influenza che ebbe sull'Ordine la successione nel 1239 a Frate Elia di nuovi Padri generali di origine francese. Sopra la forma romanica della Basilica Inferiore viene realizzata un nuova Basilica in stile gotico. La Basilica Superiore destinata alle riunioni ufficiali ed in grado di ospitare, sedendo sul trono a Lui riservato, anche il Papa. La Basilica di San Francesco fu ufficialmente inagurata da Papa Innocenzo IV nel 1253.
Le Basilica Inferiore e Superiore sono tra loro collegate tramite una scala sita nel transetto di sinistra. Alla realizzazione architettonica seguirono le decorazioni ad affresco prima di Cimabue e poi di Giotto con l'inizio del vasto ciclo pittorico delle "Storie di San Francesco", composto da 28 opere. A questi affreschi si aggiungono quelli eseguiti sul transetto e sulla navata di destra rappresentanti i cicli del Nuovo e dell'Antico testamento eseguiti da vari "Maestri" del tempo. Completano la monumentale opera gli affreschi eseguiti sulle volte delle navate e del transetto.
La Cripta, tomba del Santo
Due scale, a metà della navata della chiesa inferiore, conducono alla cripta, scoperta nel 1818, nella quale si conservano i resti di San Francesco portati lì da frate Elia. La sistemazione attuale del vano, opera dell'architetto Ugo Tarchi, fu attuata tra il 1926 e il 1932. Dietro l'altare si trova I'urna che conserva i resti del Santo. Nelle pareti del piccolo vano, protette da grate, si trovano le sepolture di quattro seguaci di Francesco, i beati Rufino, Leone, Masseo e Angelo.
Il Santo
San Francesco d'Assisi nacque ad Assisi nel 1182 ca. e morì nel 1226. Giovanni Francesco Bernardone, figlio di un ricco mercante di stoffe, istruito in latino, in francese, e nella lingua e letteratura provenzale, condusse da giovane una vita spensierata e mondana; partecipò alla guerra tra Assisi e Perugia, e venne tenuto prigioniero per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a mutare radicalmente lo stile di vita: tornato ad Assisi nel 1205, Francesco si dedicò infatti a opere di carità tra i lebbrosi e cominciò a impegnarsi nel restauro di edifici di culto in rovina, dopo aver avuto una visione di san Damiano d'Assisi che gli ordinava di restaurare la chiesa a lui dedicata.
Il padre di Francesco, adirato per i mutamenti nella personalità del figlio e per le sue cospicue offerte, lo diseredò; Francesco si spogliò allora dei suoi ricchi abiti dinanzi al vescovo di Assisi, eletto da Francesco arbitro della loro controversia. Dedicò i tre anni seguenti alla cura dei poveri e dei lebbrosi nei boschi del monte Subasio. Nella cappella di Santa Maria degli Angeli, nel 1208, un giorno, durante la Messa, ricevette l'invito a uscire nel mondo e, secondo il testo del Vangelo di Matteo (10:5-14), a privarsi di tutto per fare del bene ovunque.
Tornato ad Assisi l'anno stesso, Francesco iniziò la sua predicazione, raggruppando intorno a sé dodici seguaci che divennero i primi confratelli del suo ordine (poi denominato primo ordine) ed elessero Francesco loro superiore, scegliendo la loro prima sede nella chiesetta della Porziuncola. Nel 1210 l'ordine venne riconosciuto da papa Innocenzo III; nel 1212 anche Chiara d'Assisi prese l'abito monastico, istituendo il secondo ordine francescano, detto delle clarisse. Intorno al 1212, dopo aver predicato in varie regioni italiane, Francesco partì per la Terra Santa, ma un naufragio lo costrinse a tornare, e altri problemi gli impedirono di diffondere la sua opera missionaria in Spagna, dove intendeva fare proseliti tra i mori.
Nel 1219 si recò in Egitto, dove predicò davanti al sultano, senza però riuscire a convertirlo, poi si recò in Terra Santa, rimanendovi fino al 1220; al suo ritorno, trovò dissenso tra i frati e si dimise dall'incarico di superiore, dedicandosi a quello che sarebbe stato il terzo ordine dei francescani, i terziari. Ritiratosi sul monte della Verna nel settembre 1224, dopo 40 giorni di digiuno e sofferenza affrontati con gioia, ricevette le stigmate, i segni della crocifissione, sul cui aspetto, tuttavia, le fonti non concordano.
Francesco venne portato ad Assisi, dove rimase per anni segnato dalla sofferenza fisica e da una cecità quasi totale, che non indebolì tuttavia quell'amore per Dio e per la creazione espresso nel Cantico di frate Sole, probabilmente composto ad Assisi nel 1225; in esso il Sole e la natura sono lodati come fratelli e sorelle, ed è contenuto l'episodio in cui il santo predica agli uccelli. Francesco, che è patrono d'Italia, venne canonizzato nel 1228 da papa Gregorio IX. Viene sovente rappresentato nell'iconografia tradizionale nell'atto di predicare agli animali o con le stigmate.
Non erano passati due anni dalla morte di S. Francesco che già Frate Elia, il successore al comando dell'Ordine, riceveva in dono un appezzamento di terreno, fuori dalla porta occidentale di Assisi, un luogo scosceso del monte Subasio dove si impiccavano i malfattori e perciò chiamato il Colle dell'Inferno. Su quel luogo già maledetto sarebbe sorta una grandissima chiesa che avrebbe accolto la salma del grande Santo.
Dal Vescovado, dov’era stato ospite del Presule assisiate, San Francesco si era fatto portare, in barella, alla Porziuncola. Morì sulla terra del suo "luogo" preferito. Ma i compagni non tennero neppure un giorno la salma di S. Francesco nei pressi della chiesina. La mattina dei 4 ottobre lo ricondussero in città, passando da S. Damiano, perchè Chiara e le sue compagne ne potessero finalmente baciare le stigmate.
Da S. Damiano fu portato a seppellire nella Chiesetta di S. Giorgio, che si trovava dentro la città e nelle vicinanze della casa paterna. In quella chiesetta il 16 luglio 1228 Gregorio IX proclamò solennemente la santità del gran figlio di Assisi e il giorno dopo, invitato da Frate Elia il Papa si recava sul Colle dell'Inferno per benedire la prima pietra della nuova grande costruzione in onore dei Santo.
Il 25 maggio 1230, cioè meno di quattro anni dalla morte del Santo, la chiesa inferiore era ultimata e poteva esservi portato il corpo del Santo.
Da S. Maria degli Angeli, guardando verso il Subasio, all'estremità occidentale della città si scorge nitidamente la poderosa costruzione di Frate Elia, sorretta sullo strapiombo da giganteschi contrafforti. Par quasi un edificio fortificato e suscita immediatamente l'idea di una roccaforte. E quella eretta da Frate Elia fu la materiale e spirituale roccaforte del Francescanesimo, oltre ad essere una delle più splendide manifestazioni d'arte ispirata dalla gloria del Santo assisiate.